Piazza Raffaele De Ferrari: il cuore di Genova

Il cuore di Genova. Perché ogni città ne ha uno e Piazza De Ferrari è quello di Genova. Dove da sempre i genovesi si danno appuntamento e dove può iniziare ogni storia. Anche per chi genovese non è.

Fulcro commerciale, finanziario ed economico, Piazza De Ferrari è il principale luogo di aggregazione e principale riferimento per gli eventi più importanti della vita cittadina.  Situata nel quartiere di Portoria, uno dei sestieri in cui era suddivisa l’antica città di Genova, Piazza De Ferrari costituisce l’epicentro della vita genovese. Ed è oggi un crinale che divide due mondi, a volte lontani come possono esserlo il giorno e la notte. Il centro ottocentesco, sede della city, degli uffici, delle attività commerciali e dello shopping e il centro storico di origini medievali, un labirinto di caruggi e piazzette che scende verso il mare, dove i giovani si incontrano dopo il tramonto.

La piazza, intitolata a Raffaele De Ferrari, duca di Galliera, uomo politico e banchiere che nel 1875 donò una notevole somma di denaro per l’ampliamento del porto, presenta una forma irregolare dovuta ai successivi interventi urbanistici che si sono susseguiti nel corso del tempo determinando l’accorpamento di due aree contigue ma urbanisticamente dissimili, come si evince dai differenti stili architettonici degli edifici. Piazza De Ferrari costituisce infatti il punto di connessione tra la città antica e la zona liberty di Via XX settembre, una delle principali arterie cittadine che convergono nella piazza.

È proprio nel fulcro della città che Genova cambia volto. La suggestiva e peculiare architettura del centro storico, in cui i profumi della cucina ligure – come focaccia e pesce fritto – si mescolano all’odore del mare, cede il passo ad uno slargo elegante in cui la luce del sole e la fastosità degli edifici dominano lo scenario.

Al centro di questa grande piazza, si trova la monumentale fontana circolare in bronzo, costruita nel 1936 ad opera dell’architetto Cesare Crosa di Vergagni e donata dalla famiglia Piaggio, che è stata arricchita nel 2001 con importanti giochi d’acqua.

Piazza De Ferrari è delimitata per tutto il suo perimetro da maestosi capolavori architettonici.

Da un lato della piazza si affacciano il palazzo della Borsa, uno dei massimi esempi di stile Liberty genovese, realizzato dagli ingegneri Dario Carbone e Amedeo Pieragostini tra il 1906 ed il 1912 e l’entrata secondaria, costruita proprio in concomitanza con la costruzione della piazza, di Palazzo Ducale, originaria sede del dogato dell’antica Repubblica. Sull’altro lato, il più profondo, sorgono invece il palazzo della Regione, un tempo Palazzo della Navigazione generale italiana e il teatro Carlo Felice, principale teatro genovese, che collega Piazza De Ferrari a Galleria Mazzini.

 

Fu il re di Sardegna, Carlo Felice, a volere che Genova fosse dotata di un teatro per il melodramma, genere molto in voga all’epoca. Affidata a Carlo Barabino, la nuova costruzione venne collocata nell’area di Piazza San Domenico, a cui conseguì l’abbattimento dell’antico monastero medievale. L’inaugurazione avvenne nel 1828 con l’opera “Bianca e Fernando” di Vincenzo Bellini.  Gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale – tanto che per diversi decenni rimasero in piedi solo le mura perimetrali – il teatro Carlo Felice è stato riedificato su progetto di Ignazio Gardella tra il 1985 e il 1991, assumendo l’aspetto che tutt’ora possiamo ammirare. Del vecchio Teatro Carlo Felice rimangono le colonne, il pronao, l’iscrizione latina e il terrazzo che si affaccia su via XXV Aprile.

Il teatro Carlo Felice ha un cuore tecnologico, ideato dallo scenografo Enzo Frigerio, che lo rende tra i più avanzati in Europa. Il teatro è stato infatti progettato in ogni suo dettaglio con una particolare attenzione all’acustica: dalle poltroncine ai balconcini, dalle porte d’ingresso alle scalinate:  tutti  elementi pensati e realizzati con particolare attenzione alla resa sonora.

La sala principale del Carlo Felice ha una capienza di duemila mila posti, una torre scenica di 63 metri e quattro palcoscenici mobili, uno dei quali largo circa 600 metri quadrati. Una seconda sala da 200 posti è utilizzata per convegni, conferenze e attività collaterali alla normale programmazione del Teatro.

Con una propria orchestra e un coro di alto livello artistico, il Teatro Carlo Felice ospita e ha ospitato i più importanti direttori d’orchestra, diventando anche uno dei più noti teatri al mondo.

Genova BeDesign Week 2025
3 Ottobre 2024
21»25 Maggio 2025
Evento dedicato al Design aperto al pubblico, ingresso libero .
La sesta edizione della Genova BeDesign Week con sempre più designer. Nel Distretto del Design e in tutta la città i protagonisti danno vita ad un unico straordinario evento. Un’opportunità di visibilità e di professionalità per far comprendere le grandissime potenzialità per i designer, sia dal punto di vista qualitativo che da quello progettuale.

LE CONFERME

OUTDOOR SENZA CONFINI

Percorso dedicato al mondo dell’Outdoor, una riflessione sullo spazio esterno, pubblico o privato, con particolare peso ai nuovi modelli di progettazione del verde sostenibile, declinate secondo le diverse condizioni spaziali delle aree espositive. Curatrice Marta Carraro dello studio CAARPA.

GLI INTERNI CAMBIANO PELLE

Viaggio sensoriale che mostra le molteplici sfaccettature delle finiture degli interni, dove la casa diventa una tela espressiva e avvolgente. Un ponte tra i progettisti e gli appassionati di design che fornisce ispirazione e informazioni sulle ultime tendenze e innovazioni nel settore delle finiture degli interni.

CALL CONTAINER

Percorso espositivo itinerante che vuole comunicare l’idea del “contenitore”, come involucri che racchiudono oggetti, sensazioni e pensieri e dove l’Interior Design si possa esprimere senza costrizioni e il progettista possa ricreare la propria personale espressività. Curatore Massimiliano Dalle Sasse di DLA Designlab. Richiedi la CALL CONTAINER a commericale@didegenova.it

PERCORSO DESIGNER UNDER 35

Continua l’attenzione verso i giovani designer, un’iniziativa che il Distretto ha intrapreso tre anni o sono. Anche nel 2025 sara lanciata la Call per i designer under 35. Curatela Arch. Laura Palazzini.

 

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The Ocean Race

Genova capitale mondiale della vela

Genova sempre più sorprendente! La città della storica e gloriosa Repubblica marinara, definita Superba per la sua ricchezza e bellezza, accoglie dal 24 giugno al 2 luglio l’evento più esclusivo dell’anno: l’ultima tappa di The Ocean Race.

Una grande festa pronta ad ospitare e coinvolgere tutti con un ricco programma tra le regate veliche, gli appuntamenti all’Ocean Live Park e la possibilità di scoprire la citta con enorme patrimonio storico artistico. Tanti gli eventi che accenderanno questo inizio d’estate 2023: un’occasione unica per vivere Genova tra i suoi borghi, i suoi sapori, le sue tradizioni, le sue innovazioni e il mare.

Genova, la più importante città marittima in Italia e il più grande porto commerciale del Mediterraneo, ospiterà il traguardo dell’edizione 2022-23 di The Ocean Race. È la prima volta che la regata intorno al mondo culmina nel Mediterraneo, nonché la prima volta che la flotta tocca l’Italia, Paese che, tuttavia, non è nuovo a The Ocean Race. Durante la prima edizione, tenutasi nel 1973-74, infatti, erano tre le imbarcazioni battenti bandiera italiana, e le 13 edizioni della regata hanno visto la partecipazione di 11 equipaggi e oltre 130 velisti italiani.

Nel giugno 2021, inoltre, Genova ha ospitato con successo l’arrivo dell’edizione inaugurale di The Ocean Race Europe, una regata di tre settimane e in tre tappe partita da Lorient, in Francia e con scali a Cascais e ad Alicante.
L’Ocean Live Park sorgerà nella nuovissima area del waterfront, che ospita anche il Salone Nautico di Genova, progettata dall’architetto genovese di fama internazionale Renzo Piano, lo stesso che 30 anni fa ha completamente rinnovato l’area del Porto Antico.

La città vanta anche più di un centinaio di sfavillanti palazzi del XVI e del XVII secolo e un’incredibile selezione di negozi, tra cui una farmacia risalente al 1650, ristoranti storici che servono le rinomate specialità regionali come il pesto, la focaccia e i deliziosi frutti di mare. E non bisogna dimenticare uno dei prodotti nazionali più esportati nel mondo: la pasta, in ogni suo genere e forma.

Maggiore efficienza energetica, mobilità verde, pesca responsabile e benessere dei mari sono gli obiettivi di sostenibilità che la città si prefigge per realizzare un Grand Finale di The Ocean Race 2022-23 verde e sostenibile.
Genova, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, è da tempo considerata uno dei centri marittimi più importanti d’Europa. La città è considerata la capitale italiana della nautica da diporto e nel 2024 sarà la Capitale Europea dello Sport.

Per maggiori informazioni https://theoceanracegenova.com/genova

 

Il Salone Nautico

Tra il 21 e il 26 Settembre 2023 si svolgerà a Genova il Salone Nautico.

Il Salone nautico internazionale a Genova è tra le principali fiere mondiali dedicate alla nautica da diporto. Si svolge con cadenza annuale, solitamente nei mesi di settembre e/o ottobre. È una manifestazione riconosciuta dall’IFBSO, la Federazione Internazionale degli Organizzatori di Esposizioni di Barche. Nata nel gennaio del 1962 come una piccola esposizione articolata su una superficie espositiva di 30.000 metri quadrati, attraverso le successive edizioni ha raggiunto oltre 200 mila metri quadri di spazi a terra, cui si aggiunge uno specchio acqueo di altri 100 mila metri quadri.

Il 62° Salone Nautico.

62° Salone Nautico Internazionale di Genova: “sulla scia del futuro” 
22–27 settembre 2022  
 
Il Salone Nautico Internazionale di Genova, organizzato da Confindustria Nautica, prepara la sua 62a edizione in programma dal 22 al 27 settembre, che accoglierà nel capoluogo ligure operatori del settore e appassionati del mare.
Il Salone Nautico Internazionale di Genova è l’evento più rappresentativo dell’eccellenza a livello mondiale del comparto della nautica da diporto italiana ed è punto di riferimento e piattaforma globale di confronto istituzionale, tecnico e di mercato per tutto il settore 365 giorni l’anno.
La fiducia delle aziende del comparto si dimostra significativa, con un riscontro importante in termini di richiesta di partecipazione: la 62ª edizione, sold-out in termini di adesioni di espositori italiani e internazionali già dal mese di giugno, a conferma dell’autorevolezza e della forza della manifestazione, è lo specchio di un mercato caratterizzato da un trend di crescita molto sostenuto.
 
Mercoledì 13 luglio, in una location d’eccezione come il prestigioso Yacht Club di New York a Manhattan, si è svolta la presentazione del Salone Nautico Internazionale di Genova negli Stati Uniti d’America, con una preview del Salone Nautico.Gli USA rappresentano stabilmente il primo mercato per la diportistica Italiana nel mondo, con 10 anni di crescita continua a due cifre.
 
L’export di yacht italiani ha raggiunto nei primi mesi del 2022 il massimo storico, sfiorando la soglia dei 3,5 miliardi di dollari ed il mercato americano rappresenta ormai un target strategico e imprescindibile per i cantieri italiani.
L’evento ha già all’attivo 61 edizioni che costituiscono un patrimonio unico di una realtà che capace di coniugare storia, competenza, saper fare, design, tecnologia, innovazione, sviluppo e business. Il Salone Nautico si è confermato anche nel 2021 un modello di evento all’avanguardia, efficace e concreto, che ha dato prova di forza e resilienza, simbolo del Paese e del made in Italy nel mondo.
 
La kermesse ha raggiunto la sua storica 60esima edizione nel 2020, distinguendosi come l’unico appuntamento di settore organizzato in presenza in Europa gestito nel segno dell’efficacia, della sicurezza e della qualità dei contatti per gli espositori e per il pubblico.
L’organizzazione del Salone Nautico è al lavoro per capitalizzare il grande lavoro svolto negli ultimi anni nell’individuazione e messa a punto di strumenti e soluzioni organizzative, tecnologiche, di layout e di gestione, controllo e verifica, in ottica di sicurezza ed efficienza, per confermarsi ancora una volta come un evento concreto ed efficace e continuare a rispondere alle esigenze del mercato consentendo l’incontro reale tra domanda e offerta e lo sviluppo del business.
 
Il Salone Nautico Internazionale di Genova, già caratterizzato lo scorso anno dalle prime importanti evoluzioni del suo layout, propone il collaudato format multi-specialistico, con rinnovati servizi dedicati e sviluppati per i cinque segmenti di mercato che lo rappresentano, per oltre 200.000 mq di esposizione: Yacht e Superyacht, Sailing World, Boating Discovery, Tech Trade e Living the Sea.
Dal 4 luglio è attivo online sul sito www.salonenautico.com il servizio di ticketing online per l’acquisto degli ingressi all’evento.
Come prassi consolidata, i biglietti acquistati saranno abbinati da sistema ai giorni di visita, con la possibilità di integrare servizi aggiuntivi in fase di prenotazione.Ricca e completa anche quest’anno l’offerta dell’agenda di eventi e workshop che si terranno presso il Padiglione Blu, nelle Sale Forum ed Innovazione nella suggestiva cornice della Terrazza, così come il palinsesto di appuntamenti presso il Teatro del Mare. Il tradizionale programma FORUM dei convegni istituzionali, in collaborazione con Confindustria Nautica, proporrà seminari tecnici e conferenze sui temi del settore e le ultime innovazioni tecnologiche.
 
Tra gli appuntamenti di primo piano, torna il “Design Innovation Award”, promosso da Confindustria Nautica e I Saloni Nautici, che giunge quest’anno alla sua terza edizione: il Premio, dedicato alle novità esposte al Salone Nautico Internazionale di Genova, promuove l’eccellenza della produzione nell’ambito della nautica da diporto che si distingua, ogni anno, per ricerca, innovazione, qualità formale e tecnica, sostenibilità.
La premiazione dei vincitori delle 9 categorie in concorso, votate da una giuria internazionale composta da esperti di design, rappresentanti del mondo accademico e produttivo e giornalisti specializzati del settore, avrà luogo nel corso del 62° Salone Nautico.
 
Il Salone Nautico è un evento capace di coniugare la solidità del passato e la visione del futuro: prosegue il percorso iniziato nel 2020, verso il futuro –”Road to 2023″ – che porterà alla realizzazione del nuovo Salone Nautico, grazie ai lavori del nuovo Waterfront di Levante di Genova, che dal 2023 offrirà all’evento un layout spettacolare, funzionale e scenografico, imprimendo ulteriore impulso e forza alla manifestazione a conferma della sua centralità in Europa e nel Mediterraneo.Informazioni e aggiornamenti: www.salonenautico.com
 

Genovamyhome.it offre un ampio numero di appartamenti di varie metrature nelle vicinanze del Salone Nautico

Fincantieri Genova
12 Dicembre 2019

Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. Il gruppo progetta e costruisce navi da crociera, navi militari, offshore, navi speciali e traghetti a elevata complessità e mega-yacht, nonché ripara e trasforma flotte navali.

Fincantieri ha sede a Trieste, e in oltre 230 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. Conta 19.000 dipendenti, di cui oltre 7.800 in Italia, distribuiti in 20 stabilimenti (in Italia sono a Trieste, Monfalcone, Marghera, Sestri Ponente, Genova, Riva Trigoso Muggiano, Ancona, Castellammare di Stabia, Palermo). Nel suo portafoglio clienti ci sono i maggiori operatori crocieristici al mondo, la Marina Militare Italiana e la US Navy, oltre a numerose Marine estere, ed è partner di alcune tra le principali aziende europee della difesa nell’ambito di programmi sovranazionali.

Complessivamente, il gruppo ha oltre 9.250 addetti e utilizza come dipendenti delle ditte di appalto almeno altri 15-18 mila lavoratori. Il Core business del gruppo è la costruzione navale, che si articola in tre settori: Crociera, Militare e Trasporti.

 

Crociera

Per la costruzione delle navi da crociera lavorano la sede di Palazzo Marineria a Trieste per la progettazione, e tre cantieri navali: Monfalcone, Marghera e Genova Sestri Ponente. La costruzione di sezioni o di tronconi di navi da crociera vengono affidati anche ad altri cantieri (Ancona, Castellammare, Palermo).

 

Militare

L’area militare del gruppo è interamente concentrata in Liguria, con la sede di Genova per la progettazione e due cantieri navali a Riva Trigoso che ha al suo interno anche un’importante reparto Meccaniche (turbine, ecc.) e al Muggiano. Dato che le commesse militari saturano solo parzialmente la capacità produttiva installata, Fincantieri sta acquisendo commesse civili (si tratta soprattutto di navi speciali: oceanografiche, rimorchiatori, diamantifere, ecc.) da sviluppare nei due cantieri liguri. A Muggiano opera anche il settore Megayachts, specializzato nella progettazione e costruzione di grandi natanti da diporto.

 

Trasporti

E’ la parte del gruppo che negli ultimi anni si è particolarmente concentrata nella costruzione dei ferries, le navi traghetto per il trasporto di passeggeri, auto, ecc., con la direzione e la progettazione a Trieste e tre cantieri navali: Ancona, Castellammare di Stabia e Palermo. Il cantiere di Palermo è l’unico nel gruppo ad avere tre missioni produttive: costruzione, riparazione e trasformazione navale.

 

Fincantieri a Genova

Fincantieri a Genova sta mostrando una decisa volontà di investire, con oltre 500 assunzioni negli ultimi tre anni. Il cantiere di Sestri Ponente (GE), uno degli stabilimenti storici del gruppo Fincantieri richiede nuovi spazi per realizzare navi da crociera sempre più grandi.

A questo fine è stato deliberato il piano del “ribaltamento a mare” con l’obiettivo di rendere il sito di Sestri uno dei cantieri di riferimento al pari degli stabilimenti più grandi di Monfalcone e Marghera.

Fincantieri, negli ultimi anni, ha ottenuto molte commesse per costruire navi da crociera e ha bisogno di adeguare gli spazi alle esigenze produttive delle Maxi navi da crociera. L’azienda ha voluto rivedere e sviluppare il progetto iniziale del ribaltamento a mare dando un segnale concreto di quanto il gruppo punti sullo sviluppo di Sestri, a partire dalla creazione di un nuovo maxi-bacino di carenaggio.

Ospedale Gaslini
9 Novembre 2019

A Genova, il 13 Febbraio 1917, moriva di peritonite Giannina Gaslini, una bimba di 11 anni, appartenente ad una famiglia molto nota e benestante. I suoi genitori vollero fondare, in suo ricordo, l’Ospedale Pediatrico “Giannina Gaslini”.
I Gaslini impegnarono i loro averi per costruirlo, attrezzarlo all’avanguardia e farvi lavorare i migliori medici e ricercatori. Da allora ha continuato a curare e salvare i bimbi da tutto il Mondo.

 

I primi passi

L’idea dei Gaslini si concretizza nel 1921 quando la famiglia prende contatti con il presidente degli Ospedali civili di Genova, Sig. Moresco. Il suo progetto sin dall’inizio è quello di costruire una struttura dedicata alla “cura, difesa e assistenza dell’infanzia e della fanciullezza“.

Gerolamo Gaslini e la moglie Lorenza decidono di finanziare quest’opera come impegno per sostenere la sanità e sperare che la sorte della figlia “sia evitata a tutti i bambini e fanciulli“. Gaslini si dedica tanto a quest’ospedale che verrà definita come la sua Passione. È un impegno che lui stesso decide di prendere, mettendo in campo tutte le sue conoscenze e le sue capacità finanziare e imprenditoriali, risultando un vero innovatore in un campo fino ad allora estraneo a lui, quello sanitario.

 

La struttura dell’Ospedale Gaslini

La struttura viene inaugurata il 15 maggio 1938 e già l’anno seguente viene riconosciuto come l’ospedale pediatrico di prima categoria. È da subito importante la presenza dell’Università di Genova che, nel corso degli anni, con le proprie cattedre di pediatria assicura all’assistenza il supporto qualificato della ricerca e della formazione delle nuove generazioni di pediatri, di infermieri e tecnici. Prendono vita molte e importanti iniziative: la scuola delle vigilatrici d’infanzia, i vari gradi di scuola in ospedale, i corsi universitari e i dottorati.

Nel 1949 il senatore Gaslini si spoglia di tutti i suoi beni facendoli confluire nella omonima Fondazione Gerolamo Gaslini e dispone che le risorse del suo patrimonio siano devolute per sempre al potenziamento della ricerca, delle cure e formazione dell’Istituto. Nel 1959 il Gaslini, tenuto conto della consistente e continuativa attività svolta anche grazie al costante impegno della Fondazione, viene formalmente riconosciuto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, riconoscimento sempre confermato negli anni successivi.

 

L’Ospedale Gaslini oggi

Nel corso degli anni, l’Istituto cresce e si consolida. Via via vengono organizzate tutte le specialità e l’Ospedale diventa uno dei più importanti e completi policlinici pediatrici in Europa. Si afferma la vocazione del Gaslini come punto di riferimento per le patologie di alta complessità e per le malattie rare.

L’Istituto ottiene l’ambito riconoscimento di accreditamento della Joint Commission International i cui standard hanno come obiettivo il miglioramento continuo dell’assistenza sempre supportata da una qualificata ed eccellente ricerca.

Nel 2012, con l’inaugurazione dell’Ospedale di Giorno, il paziente è ricevuto con un innovativo percorso di accoglienza, con le più avanzate tecnologie ed un nuovo sistema di offerta delle prestazioni sanitarie ambulatoriali, day hospital, day surgery e day service ambulatoriali.

Oggi il Gaslini è un ospedale pediatrico (20 padiglioni su oltre 73 mila metri quadri di estensione, 15400 di verde) con una vocazione assistenziale e di ricerca di livello internazionale. Nell’offerta sanitaria integrata dell’ospedale genovese sono presenti, ai massimi livelli delle competenze e delle pratiche cliniche e scientifiche, tutte le specialità mediche e chirurgiche.

Istituto Italiano di Tecnologia
12 Ottobre 2019

L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova – IIT è un istituto di ricerca fondato nel 2003 dal Miur e dal Ministero dell’Economia.

L’IIT è un polo di eccellenza nazionale nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, con 14 laboratori tra l’Italia e gli Stati Uniti. L’istituto è una fondazione che ha l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata, e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale.

Il quartier generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia è a Genova, in Via Morego 30, dove lavorano 1.711 persone, provenienti da 60 paesi del mondo con un’età media di 35 anni. Il 50% dei ricercatori proviene da paesi esteri.

Lo staff dell’Istituto è dislocato inoltre in dodici centri di ricerca sul territorio nazionale e due laboratori all’estero (MIT ed Harvard).

Il motto dell’IIT è “Technology with human touch”: come spiega l’ex direttore scientifico, Roberto Cingolani, “la nostra ricerca è umano-centrica, ispirata al mondo biologico e basata su un approccio multidisciplinare”.

La sede principale dell’attività di ricerca dell’IIT si trova a Genova.

 

I Central Research Laboratories sono dislocati tra il parco tecnologico degli Erzelli (Center for Human Technologies), l’ospedale S. Martino con il Center for Synaptic Neuroscience and Technology, i laboratori di Pontedecimo del Center for Robotics and Intelligent Systems e il Center for Convergent Technologies sito a Morego.
Negli ultimi anni i principali ambiti dei brevetti IIT sono stati i settori dei Nuovi Materiali, della Salute e della Robotica, con quasi 7000 pubblicazioni, oltre 130 progetti europei, 350 domande di brevetto attive, 13 startup costituite ed altrettante in fase di creazione.

IIT conta collaborazioni con imprese industriali italiane e internazionali spaziano dalla robotica alla scienze dei materiali, dalle neuroscienze ai sistemi di produzione di energia rinnovabile, fino agli studi di farmacologia.

Con oltre 160 invenzioni, 348 domande di brevetto, 21 Start up e oltre 30 progetti di startup e business ideas, l’Istituto Italiano di Tecnologia è tra gli enti di ricerca più prolifici del nostro Paese.

“Dobbiamo trovare il coraggio di investire in innovazione, e questa è l’unica strada: dobbiamo essere più competitivi e dobbiamo farlo attraverso l’innovazione e poi da lì viene tutto il resto. Le competenze ci sono perché questo non è un paese in declino ma è una nazione dove c’è tanta intelligenza e capacità umana” dice Giorgio Metta, il neo nominato direttore dell’IIT.

“Ho iniziato quando abbiamo aperto i primi i laboratori – ricorda Metta – mi occupavo di robotica e ho seguito la crescita dell’Istituto dalle 50 persone iniziali alle 1.700 di adesso. L’Istituto italiano di tecnologia è un bellissimo luogo con scienziati di altissimo livello. Qui facciamo ricerca e portiamo avanti un piano di trasferimento tecnologico. Per realizzare l’IIT siamo andati a vedere cosa si fa in Europa, nel mondo e l’abbiamo portata in Italia. Per esempio il recruitment dei ricercatori lo facciamo attraverso una call internazionale. Abbiamo un percorso di valutazione che può essere dai 5 ai 7 anni, e solo in quel momento il ricercatore viene stabilizzato, e questa è una cosa un po’ diversa da quello che si faceva prima”.

 

La ricerca è interdisciplinare

Il piano strategico dell’IIT consiste in 16 priorità scientifiche che sono state raggruppate in 4 domini di ricerca: robotica, nanomateriali, scienze della vita, scienze computazionali. “Ma la ricerca sta diventando sempre di più interdisciplinare – sottolinea Metta – e quindi abbiamo, per esempio, un team che studia le reti neurali biologiche con ricercatori che prendono quei risultati e li trasformano in modelli computazionali, mentre altri cercano di capire come queste reti vadano a impattare con il comportamento. Messe insieme tutte queste cose ci consentono di sviluppare, per esempio sia la comprensione delle patologie sia nuovi algoritmi per l’intelligenza artificiale”.

 

Nell’Istituto Italiano di Tecnologia il robot diventa fisioterapista

Uno dei progetti simbolo dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova è iCub, il robot bambino che negli anni ha sviluppato sempre maggiori potenzialità (ne sono stati venduti 40 in tutto il mondo) ma a questo si sono affiancati altre 4 piattaforme robotiche molto interessanti, e una startup , Movendo Technology, che ha già immesso sul mercato 40 robot fisioterapisti.

“Abbiamo una robotica che è già praticamente sul mercato, con una startup che sta portando sul mercato robotica per la riabilitazione – spiega Metta – per la quale abbiamo un progetto con l’INAIL. Ma stiamo studiando anche robot che possano dare supporto al lavoratore, per prevenire l’incidente. Se io posso alleviare la fatica, nel corso del tempo avrò meno incidenti. E questo è una delle cose che si possono fare con gli esoscheletri, dove a fare fatica sono i robot, invece delle, persone”.

 

Intelligenza artificiale e nuovi materiali

Lo studio della robotica, quindi, si sta muovendo su due direzioni importanti: quella dell’intelligenza artificiale e quella su come realizzare proprio il corpo dei robot anche attraverso la soft robotics. “Mi aspetto un impatto interessante dei nuovi materiali – spiega – nella realizzazione dell’hardware dei robot. Queste sono le aspettative visto che le macchine che abbiamo adesso, anche se sembrano robuste, nella pratica si rompono un po’ troppo spesso. Dovremo immaginare ad esempio, robot soffici, che potremo costruire grazie ai nuovi materiali”.

Per quello che riguarda invece l’intelligenza artificiale Metta rassicura: “Non siamo arrivati a poter sostituire l’uomo con le macchine. Praticamente tutti gli scienziati del mondo pensano che ci sia la possibilità di avere robot autonomi non prima di almeno 50 anni. Io vedo, invece, a breve termine, un sistema in cui l’essere umano mette l’intelligenza è la macchina mette la forza. Questo, in poche parole, è quello che si vorrebbe fare. Quindi l’uomo al centro, perché noi siamo quelli che danno il comando e il robot esegue”.

 

Istituto Italiano di Tecnologia – Verso una robot valley genovese

Piccole e medie imprese che, in un campo di successo come la robotica, stanno creando un tessuto industriale che ruota attorno all’eccellenza dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Una sorta di “robot valley” genovese. “Questa è una delle azioni che vorrei provare a spingere – sottolinea Metta – perché abbiamo visto che intorno a noi, a Genova, si è cominciato a formare un nucleo di aziende che ha un interesse enorme nel campo della robotica e nel portare queste soluzioni effettivamente sul mercato”.

“Quello che vorremmo fare, quindi, è proprio mettere a sistema queste aziende e portare vicino a noi, magari anche una serie di altri attori che possono aiutare a capire i business plan per l’azienda, ma anche a stimare come l’innovazione andrà a impattare sul modello di business di queste imprese. E poi anche aziende che ci aiutino a fare il design dei nostri prodotti, quindi non solo la tecnologia, che è ciò che sappiamo fare benissimo, ma anche tutto quello che ci ruota intorno”.

 

Life sciences, tecnologia per una medicina su misura

Un altro tema sviluppato con successo da IIT è quello della life science, la scienza umana, ovvero quel campo della ricerca che va direttamente a sperimentare, anche con modalità molto innovative, il tema della identificazione dell’origine genetica delle malattie, e poi anche la soluzione.

“Stiamo sperimentando un percorso su Genova, con delle collaborazioni con gli ospedali cittadini”, continua Metta. “Oggi siamo in grado di analizzare il genoma e di farne il sequenziamento, ma abbiamo messo in piedi tutta una parte informatica che consente di trovare in maniera semiautomatica le mutazioni. E poi abbiamo una parte che si occupa di cercare di capire, anche attraverso delle simulazioni, come può essere progettato un farmaco per correggere i problemi derivanti da una certa patologia”.

Si tratta di una disciplina nuova e trasversale. “Abbiamo il biologo, il genetista, l’ingegnere computazionale, e poi abbiamo il fisico che realizza le simulazioni e abbiamo chi si occupa di farmaci. Ci deve essere per forza un mix di competenze. Stiamo parlando di una serie di malattie gravissime. All’IIT tipicamente ci occupiamo di quelle da neurosviluppo. L’idea – prosegue Metta – è quella proprio di completare questo percorso e arrivare finalmente a poter progettare, quasi ad hoc, i farmaci per ogni singola patologia”.

 

Il ruolo dei Competence Center per supportare le Pmi

Il passo successivo, dopo la ricerca, è quello dell’industrializzazione dei progetti che devono inserirsi in un tessuto produttivo composto, principalmente, da piccole e medie aziende.

“C’è ancora un gap importante da colmare – continua Metta – perché noi riusciamo a fare dei dimostratori ma, per arrivare in produzione, bisogna avere delle macchine che possono essere prodotte su scala più ampia, e questo è difficile. I Competence Center ci daranno la capacità di arrivare alle aziende. E se questa sperimentazione si rivelerà di successo e sarà duratura nel tempo – conclude Metta – avremo forse trovato la strada giusta per il nostro paese”.

Cibo per gli Antenati, Fiori per gli Dèi: Trasformazioni dei bronzi arcaistici in Cina e Giappone
9 Gennaio 2019

Il Museo Chiossone di Genova custodisce le collezioni d’arte giapponese e cinese che Edoardo Chiossone (Genova 1833-Tōkyō 1898), distinto professore genovese di tecniche di disegno e incisione, raccolse durante il suo soggiorno in Giappone di oltre 23 anni, dal 1875 fino alla morte nell’aprile del 1898.

Grazie alla loro ampia varietà, le collezioni Chiossone consentono di studiare sia la storia dell’arte giapponese sia le relazioni culturali e artistiche Cina-Giappone.

A questo riguardo la collezione di manufatti in bronzo e metallo è particolarmente importante: i pezzi arcaistici cinesi databili dalla dinastia Song Meridionale (1127-1279) fino alla fine del secolo XIX, importati in Giappone a cominciare dal periodo Muromachi (1393-1572), documentano sia il plurisecolare interesse cinese per le antichità, sia il gusto giapponese, coltivato dall’aristocrazia militare e dai maestri del tè, di collezionare vasi cinesi in bronzo per comporre i fiori (hanaike 花生). Quanto alla sezione della bronzistica giapponese del Museo Chiossone, comprende opere insigni, databili dalla Protostoria (periodi Yayoi e Kofun, secoli III a. C – VII d.C.)  fino al tardo periodo Meiji (1868-1912). 

La maggior parte delle opere che saranno esposte nella rassegna di Genova appartiene al Museo Chiossone, con la significativa partecipazione di prestiti importanti provenienti dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma, dal Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma e da collezioni private.

Dal secondo millennio a. C. fino alla fine della dinastia Han nel secolo III d.C., i vasi in bronzo della Cina arcaica erano impiegati nelle offerte rituali di carni, cereali e bevande fermentate agli Antenati. La loro riscoperta in epoca storica, al tempo della dinastia Song Settentrionale (960-1127), comportò non solo il tentativo di ricostruire i contenuti e i significati dei riti antichi, ma anche l’esigenza di documentare e studiare il vasellame rituale in bronzo dell’Antichità sia mediante classificazioni e catalogazioni illustrate, sia mediante la riproduzione in bronzo e ceramica degli esemplari arcaici. Questo rilevante fenomeno di studio, copia e riproduzione delle antichità, noto in Occidente come ‘arcaismo’ o ‘produzione arcaistica’, durò ininterrottamente fino alla fine della dinastia Qing (1644-1911). Tuttavia, alla fine del primo millennio dell’era volgare gli universi religiosi e spirituali della Cina erano irreversibilmente cambiati rispetto a quelli arcaici: non più soltanto gli Antenati, bensì anche gli Immortali del Taoismo, i Risvegliati e i Bodhisattva del Buddhismo, insediati sugli altari e nei templi, richiedevano culto e offerte acconce, differenti da quelli antichi: vale a dire, fiori, incenso e luce di lampade o candele. Così, nei vasi anticamente ricolmati d’offerte di cereali si bruciava incenso, nei vasi e nei calici un tempo usati per contenere e libare il vino agli antenati si componevano fiori.

I bronzi cinesi in stile arcaistico importati nell’arcipelago giapponese dal secolo VII fino al XIX erano destinati essenzialmente alla corte imperiale, ai grandi monasteri buddhisti e, dalla fine del secolo XIII in avanti, anche all’aristocrazia militare. In Giappone queste opere d’importazione appartenevano alla speciale categoria dei karamono kodō 唐物古銅, ‘oggetti cinesi in bronzo’ avidamente ricercati, collezionati e custoditi dall’élite politica durante i periodi Muromachi (1393-1572), Momoyama (1573-1600) ed Edo (1600-1868). Ebbene, questi bronzi, che insieme ad altri karamono quali calligrafie, dipinti, lacche intagliate e ceramiche celadon rappresentano l’espressione del prestigio culturale del Giappone legato al possesso dei capolavori cinesi, sono parte essenziale della storia dell’arte e del gusto giapponese, sui quali esercitarono influssi profondi nel corso dei secoli.

I vasi da fiori cinesi (karamono hanaike 唐物花生) dei secoli XIII-XVIII appartenenti al Museo Chiossone sono opere d’alto valore artistico, culturale, simbolico e tecnico. I più antichi ad essere importati in Giappone risalgono ai secoli XIV-XV: erano impiegati nella decorazione zashiki kazari 座敷飾 – vale a dire, nelle esposizioni ornamentali preparate nelle sale di rappresentanza e da ricevimento delle residenze feudali. I bronzi cinesi delle epoche successive, databili ai secoli XV-XIX, cioè dal medio periodo Ming al periodo Qing tardo e finale, trovarono collocazione sia nell’ambito della cerimonia del tè (chanoyu 茶の湯) sia negli ambienti dei bunjin 文人, i letterati sinofili che praticavano la ‘via del tè infuso’ (senchadō 前茶道). Svariati dei vasi da fiori importati dalla Cina appartenenti al Museo Chiossone sono strettamente comparabili a esemplari storicamente classificati in Giappone come ‘opere celebri’ (meibutsu 名物) o ‘di grande rinomanza’ (ōmeibutsu 大名物), appartenute in passato a collezioni aristocratiche e a grandi maestri del tè e trasmesse ai patrimoni dei musei giapponesi pubblici e privati fino all’epoca contemporanea.

Infine, importa considerare che nelle collezioni Chiossone svariati rikkahei 立花瓶 giapponesi – vale a dire, grandi vasi in bronzo per le composizioni floreali formali, prodotti dalla fine del secolo XVI ai primi del XIX da bronzisti specializzati noti come ‘maestri di vasi da fiori’ (ohanaire-shi 御花入師) – attestano sia l’esemplarità artistica e culturale attribuita all’antica tradizione del collezionismo d’antichità cinesi, sia la creazione selettiva, da parte dei grandi bronzisti giapponesi, di uno stile arcaistico d’ispirazione cinese pienamente consono al gusto locale.


INFO
Tel. 010 542285

ORARIO
da martedì a venerdì 9-19;
sabato e domenica  100-19.30;
lunedì chiuso

COSTO
Intero € 5,00
Ridotto € 3,00